Ecco le prove tecniche di restaurazione. A metà dicembre lo staff di RA2019 presenterà ai ravennati il piano B della “perduta” Capitale Europea della Cultura (Cec), per poi ritirarsi in buon ordine. A Roma invece, le città sconfitte stanno discutendo con il ministro Franceschini del “misero contentino“ (pare 200mila euro a testa) che dovrebbe essere riservato alle cosiddette Capitali Italiane della Cultura (Cic) nel 2015. Nel frattempo Giannantonio Mingozzi – anche se precisa “a titolo personale” – esterna il suo autorevole (visto che è il vicesindaco) punto di vista in proposito: «2019, che senso ha l’alleanza tra città perdenti?». «Ravenna deve uscire da quella sindrome da “città sconfitta ma meritevole“ che attanaglia molti operatori e che risuona in tante dichiarazioni – sottolinea –. Abbiamo eccellenze di istituzioni, imprese, organizzazioni culturali che nulla hanno a che spartire con Perugia o Cagliari»…
Di seguito Mingozzi propone un elenco in ordine sparso: Micoperi, il premio Guidarello, le nostre biblioteche, il Ravenna festival, il Mar, gli scavi di Classe, palazzo Rasponi, il Guiccioli nuovo museo di via Cavour, sedi universitarie in crescita, il patrimonio dell’Unesco.
Begli esempi, per carità. Peccato che siano assenti – ma forse era per mancanza di spazio nella dichiarazione – tutto il mondo teatrale che da decenni fa ricerca scenica, quello musicale extracolto e in generale quello delle nuove arti urbane, della “partecipazione” e della multiculturalità (compresa l’esperienza del Cisim di Lido Adriano che recentemente ha fatto molto discutere).
Che stia suonando la prima campanella della restaurazione culturale? Sveglia gioventù!
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