La storia degli ausiliari Atm a cui non sono stati per ora confermati i contratti è esemplare. Di loro non aveva parlato nessuno, perché non sono stati licenziati, sono semplici stagionali che ora dovranno trovarsi un’altra fonte di reddito (come fosse facile). Esattamente quanto succede in un qualsiasi azienda in cui calano commesse ed entrate. In fondo, questi sono lavoratori a scadenza, quelli per cui preoccuparsi davvero sono gli altri, i “tempi indeterminati”. Anche se il 91 percento dei nuovi assunti è precario. E così, la sensazione è che ancora oggi i lavoratori si definiscano sulla base del contratto che hanno (ma non hanno scelto) e non, banalmente, sul fatto che lavorino o siano disposti a farlo a (quasi) qualsiasi condizione. Quando si dice che non è un paese per giovani.
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