“Ok, dammi il titolo”. Le nostre telefonate cominciavano quasi sempre così, quando capivi che era uno di noi a chiamare, un giornalista. Ci scherzavamo in redazione: “Chiami Maraldi? Hai preparato il titolo?”
Ora mancherai anche a noi, che ti stimavamo per la tua correttezza e precisione, perché magari ogni tanto avremmo voluto che ci dicessi qualcosa di più, ma potevamo star certi che quello che dicevi era già stato verificato, era pronto per essere stampato. Eri un politico che misurava le parole, che non le sparava mai grosse, che non amava finire sui giornali. Ci toccava un po’ rincorrerti, ma non ti sei mai negato. Tra le tante cose per cui ci siamo sentiti ce ne sono due, tra le recenti, che forse più di altro dimostrano come fossi un amministratore moderno, che sapeva guardare oltre all’oggi: la moschea e la darsena partecipata. Due sfide nuove e non scontate per la città che hai difeso e su cui hai lavorato con passione e pragmatismo, come sempre.
Sappiamo di averti fatto arrabbiare ogni tanto, ma, come si capisce bene dalle nostre cronache di questi anni, la nostra stima e il rispetto nei tuoi confronti non son mai venuti meno. Esprimiamo il più sentito cordoglio alla tua famiglia, alla giunta e al partito a cui hai dedicato una vita di autentica passione politica.