Clandestino day, e la rete antirazzista?

Oggi si “celebra” il clandestino day. Un’occasione per riflettere sulla condizione di esseri umani che hanno “commesso l’errore” di nascere in qualche posto del mondo sbagliato e stanno sfidando loro malgrado leggi che invece li vorrebbero immobili nella miseria in cui sono nati. Si tratta di centinaia di migliaia di persone sfruttate dai nostri concittadini come badanti e muratori e poi descritti da certi politici come il “male assoluto”. Sono le prime vittime del più becero razzismo, quello che dice “gli immigrati vanno bene, purché in regola”. Ebbene, oggi anche a Ravenna tante associazioni aderiscono alla giornata e si mobilitano. Ma tra queste non c’è la rete antirazzista. E la domanda è, a cosa serve allora una rete antirazzista? Per promuovere qualche bel convegno sulla (sacrosanta) tutela dei regolari? Ma è proprio sui clandestini che oggi si gioca la più grande battaglia politico-giuridico-sociale della nostra cosiddetta civiltà. Volenti o nolenti, su questi temi c’è scarso spazio di mediazione. Essere antirazzisti è una scelta inevitabilmente radicale. Di pareri “moderati”, per oggi, possiamo fare a meno.

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