domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Il Bombolone

Coerenza e distinguo

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«Cmc è un’azienda solida e affidabile. Cmc è un’azienda fondamentale per Ravenna. Cmc è un’azienda che ha costruito la sua reputazione e la sua credibilità nel corso di oltre un secolo di storia». Tre frasi dal comunicato inviato dal sindaco di Ravenna alla stampa spendendo parole importanti per la Cooperativa muratori cementisti su cui pende la richiesta della procura di Trani per il blocco di tutta attività nel mondo nell’ambito dell’inchiesta sul porto di Molfetta: «Il mio auspicio – dice Fabrizio Matteucci – è che qualsiasi decisione venga assunta dal magistrato non metta a rischio l’occupazione e il lavoro». Il primo cittadino, con toni pacati, si preoccupa comprensibilmente per i risvolti occupazionali. Preoccupazione legittima per chi ha le chiavi della città. La stessa preoccupazione che lo avrà fatto sudare freddo quando una sentenza di primo grado a Ravenna ha condannato un dirigente di quella coop per aver contribuito allo spostamento di una bomba dall’avamporto ravennate fino al Piombone, nel cuore del petrolchimico, senza avvisare le autorità per non rallentare i lavori di escavo dei fondali. Gli artificieri al momento del disinnesco nel 2010 dissero che era una mina in grado di esplodere e capace di radere al suolo tutto nel raggio di 200 metri: entro 200 metri dal Piombone c’è il petrolchimico, tanto per capirci. Eppure dopo la sentenza non si è sentita la voce di nessun amministratore pubblico. Silenzio totale. Del resto, il Comune non ha nemmeno ravvisato gli estremi per costituirsi parte civile e recuperare le spese sostenute per le operazioni di brillamento.

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