Come invertire la rotta dopo tanto “strafare”

«I consigli sono raramente bene accetti; e coloro che più li richiedono sono sempre quelli che meno li gradiscono».
Earl di Chesterfield

I modi per dare consigli sono innumerevoli. Come innumerevoli sono le volte che gli amministratori pubblici li richiedono a gran voce.

Partecipazione democratica. Concertazione. Difesa dei diritti collettivi. Associazionismo. Gli strumenti non mancano certo, almeno sulla carta. Dopo la nascita a Ravenna del comitato “La Duna Vive”, è sorto a Cervia, l’altro comune rivierasco della nostra provincia, il comitato “Gruppo Resistenza Ultima Duna”. Di fronte a tanto impegno, per la salvaguardia di beni ambientali e storici, non si può che essere felici. Però qualche domanda sorge spontanea, ad esempio: com’è possibile che l’interesse di un singolo imprenditore valga di più di un grande interesse collettivo? Oppure: com’è possibile che amministrazioni che vedono, direttamente o indirettamente, coinvolti partiti e associazioni ambientaliste, si lascino sfuggire di mano situazioni che potrebbe risolvere un dirigente con un semplice atto, se ovviamente l’orientamento politico glielo consentisse? O ancora: come mai molti dei promotori di tali comitati hanno posizioni e ruoli in qualche modo direttamente coinvolti, tali da auspicare un buon esito per la tutela del bene? Non sarà che la discussione democratica ha perso smalto? Non è per caso che le istituzioni democratiche elettive dal Parlamento ai consigli di circoscrizione e di zona hanno sempre meno valore? Non può essere che i cittadini, in questo vuoto di rappresentanza e in un clima di sfiducia istituzionale, lanciano la stampella verso la trincea nemica? Si dice che sia più facile dar risposte che far domande. Anche perché le risposte dopo poco nessuno le ricorda più. La cultura del fare appartiene a questa terra, come le valli e le piallasse, come le pinete e le dune. Peccato che lo strafare abbia messo in crisi questo sistema e in ogni caso sarà solo con una azione quotidiana e coerente che si potrà, non solo salvare qualche metro di duna residua, ma invertire la rotta. Ed è quello che serve, altro che consigli e comitati.

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