Poi uno si chiede a cosa serva esattamente la politica. Ecco, nella vicenda dello zoo safari non è effttivamente chiarissimo. Perché noi ci ricordavamo bene che nel 2006 la giunta appena insediata votando l’impatto ambientale per il parco faunistico della Standiana tentò di mettere paletti e limitare i danni perché ufficialmente nell’allora maggioranza di centrosinistra non c’era alcun entusiasmo per il progetto. Un progetto che per qualche magia burocratica era riuscito peraltro a non andare mai in consiglio comunale per l’approvazione. Non era lo zoo il modello da inseguire. Dovevamo essere quelli del bird watching e della natura naturale. Un territorio autentico e unico, robe così, si dicevano. E in un territorio autentico e unico che si trova nel delta del Po, i leoni e gli ippopotami e i babbuini non c’entrano proprio. Dunque, dicevamo, ci provarono almeno. Poi, nel 2013, la delibera cambia, e scopriamo che visto che ormai di fatto lo zoo c’è, tanto vale che funzioni. Quindi via libera a una cosa che ora sì si può finalmente chiamare con il suo nome, zoosafari, e farla finite con le ipocrisie dei parchi del delta, che al massimo poteva essere il delta del Nilo con quella fauna lì. Ora, qui non è questione di essere favorevoli o contrari allo zoo, è questione di quella cosa chiamata coerenza e credibilità. Se lo zoo nel 2006 non lo voleva nessuno, se la maggioranza oggi è la stessa di allora, come diavolo è possibile che ora ci ritroviamo con uno zoo?
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