Dal vhs al dvd: la tecnologia passa, talento e fantasia no

Il mio preistorico videoregistratore è passato a miglior vita, ma non ho ancora avuto il coraggio di buttarlo, se non altro per le centinaia di film in vhs accumulati in oltre 15 anni di felice convivenza. È curioso, ma ho perso l’abitudine di conservare homevideo, come si fa con i libri, dopo aver acquistato pochi anni fa un lettore di dvd. Mi è sembrato inutile sprecare energia e spazio in casa per accumulare qualcosa che ad ogni mutamento dei mezzi tecnologici rischia di restare inutilizzato perché incompatibile con i nuovi accessori.

Possiedo solo pochissimi dvd, altri li prendo a noleggio perché nonsono esattamente una fan della tv a pagamento, e tanto meno sono ancorainteressata ad acquistare film e soprattutto serie televisive in dvdgià viste in televisione. In effetti non passo troppo tempo davanti aduno schermo. Ma con I Sopravvissuti (Survivor), lo storico serialbritannico in tre stagioni prodotto negli anni ’70 dalla BBC, ho fattoun’eccezione. Un po’ perché ne avevo un vago ricordo di quando erobambina e un po’ per curiosità. Fateci caso, ma più disponiamo ditecnologie innovative e più ci rivolgiamo al passato per ritrovarestorie ed emozioni coinvolgenti. Soprattutto con l’avvento del dvd sonostate riproposte tantissime serie televisive di successo, che risalgonoperò al passato remoto, tipo Belfagor – Il Fantasma del Louvre, seriedi produzione francese del 1965! Insomma, tutto questo per dire che giàdopo pochi minuti di visione sono stata di nuovo catturatadall’atmosfera allucinata, vagamente profetica de I Sopravvissuti. Inquesta serie di culto si immaginava un mondo in cui un misterioso virusstermina tutti gli abitanti, lasciando i pochi sopravvissuti in baliadi un futuro da ricostruire. Non ho visto il remake di questa serie chenel 2008 lo stesso network britannico ha realizzato, ma comprendo che,in tempi di Sars, aviarie e febbri suine come quelle degli ultimi anni,il risultato non può che essere uno strisciante sentimento diimmedesimazione. Del resto, risale solo al 1870 il celebre romanzo diJules Verne Ventimila leghe sotto i mari, in cui si narra del geniale emisterioso Capitano Nemo e del suo sommergibile Nautilus, invenzionequesta che nella vita vera solcherà le profondità dei mari molto piùtardi. Della serie, che se la tecnologia passa e si supera, il talento,la fantasia e la classe restano.

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