E con quello Pd, se ne va anche quello del Pri. Comunque andranno le elezioni i capigruppo Maestri e Gambi non ci saranno. Entrambi per scelta propria e non del partito e, vien da dire, ci mancherebbe altro. Perché le liste le abbiamo viste e, senza nulla togliere ai candidati, la sensazione è che a breve si potrebbe sentire la mancanza dei due avvocati. Nel Pd, per esempio, rispetto ad altre deroghe, quella per Maestri si sarebbe capita meglio. Anzi, no. A ben pensarci, quella per Perini si capisce benissimo (tanto che nessuno ne ha chiesto ragione e nessuno ha pensato di doverne dare, almeno pubblicamente): il presidente di Amare Ravenna sposta un gran numero di voti tra gli anziani per cui ha speso meritoriamente una vita. E li sposta anche nel senso che, metti caso, avrebbe potuto spostarli se mai gli fosse venuta la tentazione di restare comunque in Consiglio e il Pd gli avesse fatto presente la storia del regolamento sui due mandati consecutivi e magari invece un’altra lista non fosse stata così rigida. Ecco, Perini è esattamente quella che un dirigente potrebbe definire “una risorsa irrinunciabile”.
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