Due morti nel giro di un anno, con il traghetto chiuso di notte…

 

A distanza di un anno, è successo di nuovo: un uomo (l’anno scorso fu un ragazzo) è morto investito da un’auto mentre stava cercando di tornare a Marina di Ravenna da Porto Corsini (distanti pochi metri in linea d’aria) macinando chilometri in bicicletta, passando da Ravenna, in piena notte, con il traghetto che unisce le due località ormai chiuso.

Qui non si vuole né dare la colpa al Comune, ci mancherebbe, né entrare nel merito delle responsabilità dei protagonisti, ci mancherebbe.

Qui si vuole solo ricordare che il litorale di una località che si definisce turistica a un certo punto – ancora oggi, anno 2023 – è spaccato e collegato solo da un traghetto, senza il quale l’alternativa è una strada in una zona industriale senza pista ciclabile che arriva verso il cimitero, poi prosegue sul ponte mobile e poi verso Marina di Ravenna, quella che alcuni definiscono la regina dei lidi ravennati ma che non è collegata a sua volta a Ravenna nemmeno da una pista ciclabile. E che a un certo punto della notte, in estate, quando ci sono feste e locali aperti sia da una parte che dall’altra del canale, questo traghetto non fa più servizio (anche legittimamente, ma tant’è).

Gli incidenti, poi, possono capitare ovunque, naturalmente. Ma in questi casi, forse, è bene ricordar(ce)lo, quello che succede in una località che dovrebbe essere turistica…

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