“Una donna è stata uccisa da un uomo” o meglio ancora “Un altro femminicidio”. Leggendo commenti vari in rete par di capire che così avremmo dovuto tutti titolare la notizia dell’omicidio di una donna per mano del suo ex a Milano Marittima secondo molte femministe. Niente “storia d’amore finita in tragedia” o “folle gesto dell’ex amante” o simili, men che meno parlare di questioni economiche, per non confondere le acque, per non, pare di capire, dare attenuanti all’omicida. Ora, a parte che ammazzare un’ex a noi pare più un’aggravante, ci chiediamo: ma siamo sicuri che si farebbe un servizio alle vittime, alle donne e al mondo intero togliendo i riferimenti al contesto del delitto o alla storia sentimentale dei protagonisti? Se così facessimo, come ci potremmo accorgere dell’enorme questione uomo-donna che questi delitti portano sotto i riflettori? Sandra, come tante altre, è stata uccisa da un uomo che aveva prima amato e poi temuto, non da un maniaco, non da un serial killer, non da un uomo e basta, ma dal suo ex. Ed è bene che questo si sappia, fin dal titolo.
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