Non lo vogliamo crocifiggere, come dice lui, e neppure lo crediamo un mostro, sia chiaro. Ma ci chiediamo, vi chiediamo: può continuare a essere parroco di una comunità un uomo che ha messo chiaramente a repentaglio non solo la propria vita, ma quella di altre persone mettendosi alla guida con un tasso alcolemico di 1,8 g/l nel sangue? Ci scuserà, don Desio, ma chiunque si sia mai sottoposto a un etilometro in vita sua non può davvero credere alle sue giustificazioni, non può credere che davvero si sentisse sobrio prima di mettersi alla guida con un tasso del genere. E allora il vescovo che fa? Dirà qualcosa? Farà qualcosa? Perché lui, don Desio, invece lo ha già detto: continuerà a fare il parroco e a dare «tozzoni» ai giovani che bevono, come se non fosse successo nulla.
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