domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Il Bombolone

E la nave va…

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Sivio Bartolotti sindaco di Ravenna? È lo scoop – o il ballon d’essai – “sparato” dal quotidiano “La Voce di Romagna” in apertura delle pagine ravennati sulla giostra dei nomi qualificati a contendersi la prima poltrona di Palazzo Merlato.
Di solito, “rivelazioni” di questa portata, molto in anticipo sui tempi (si tratta del 2016), finiscono, bene che vada, a testare qualche cauta reazione favorevole, al peggio a “bruciare” il potenziale candidato.
Tutto sommato però, la «clamorosa» congettura del notista politico della Voce, non è priva di suggestione, pur essendo vuota di endorsement o dichiarazioni dei chiamati in causa.
Parte dalla vulgata sui candidati piddini: l’ormai azzoppato Cassani, dopo la sconfitta di Ravenna2019 e il rinfrancato assessore Corsini, da tempo visto come “giovane” successore di Matteucci, su cui incombe il ritorno all’ovile del governatore Errani, ammessa e non concessa la sua riabilitazione (in gradi superiori di giudizio) dopo la condanna per falso ideologico. Fin qui tutto plausibile.
Ma poi finisce in vaghi e confusi assemblaggi politico-ideologici per quanto riguarda la cordata che dovrebbe sostenere la candidatura a sindaco del padre-padrone-manager della Micoperi: una non ben identificata «lista di renziani» (quelli che alle primarie hanno sostenuto fin da subito Bonaccini? Quelli che hanno sostenuto Balzani ma ora sono per la Bakkali e Bagnari? Quelli che erano per Balzani ma sono contro tutte le scelte della direzione Pd?); spezzoni sopravvissuti dei repubblicani; schegge del centro-destra «con la benedizione» dall’imprenditore Maurizio Bucci; «moderati del Pd»…
Bartolotti è un uomo dalle ambizioni, e per certi versi dalle capacità, fuori dal comune. Sicuramente dotato di molte risorse. Al punto che non c’è qualche portatore di interesse a Ravenna che negli ultimi anni non si sia avvicinato per “lisciargli il pelo”. Da qui a pensare però che possa governare Ravenna spalleggiato da un “pastone” così variegato, ce ne corre. E poi, se il futuro può essere imprevedibile, la storia ha ancora qualcosa da insegnarci: da Gino Gatta detto “Zalet”, nel primo dopoguerra, all’attuale Matteucci, non c’è sindaco di Ravenna che non provenga da un minimo di esperienza politica. L’unico imprenditore molto amato dai ravennati è stato Gardini “e cuntadén” ma sappiamo che fine ha fatto. Un altro, di ispirazione liberale, Antonio Patuelli, non ha mai osato rischiare il tritacarne della politica locale, per esercitare la sua influenza sul sistema ravennate in ben altro modo…
Chissà se Silvio aprirà le orecchie a queste sirene, come a quelle del relitto della Costa Concordia risollevato dalla sua Micoperi dal naufragio all’Isola del Giglio. 

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