Si parlava di Gianguido Bazzoni, inizialmente, ma poi si è deciso per volti nuovi e freschi, seppur con esperienza e grande forza politica. E dunque per il Pdl ci sarà Alberto Ancarani. Siamo in grado di anticipare, in esclusiva, il rimpasto di giunta che il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci intende presentare alla città e al consiglio comunale. Ormai si sa, sono tempi di larghe intese a tutte le latitudini. Ancarani, si diceva, amico ed estimatore della neoministra Lorenzin assumerà quindi la delega alla Sanità, insieme a tutte le altre ora in capo a Giovanna Piaia, con l’eccezione di quella alle Pari opportunità per evitare una rivolta della femministe. L’assessore, infatti, non avendo mai abiurato pubblicamente il comunismo viene ora estromessa. Stessa sorte per Valentina Morigi di Sel, vendoliana che non si è dissociata dal comportamento dei suoi in Parlamento. E così le sue pesantissime deleghe potrebbero finire a Massimo Cameliani che invece ha il profilo Pd perfetto (essendo cattolico) per una promozione sul campo. Più a rischio la posizione di Libero Asioli, notoriamente ex Pci. Le Attività produttive invece pare certo andranno a Nicola Grandi, LpRa – Udc, quindi montiano (Alvaro Ancisi è stato valutato come presenza un po’ troppo ingombrante sotto diversi punti di vista). Resta da far fuori Guido Guerrieri, in quota Idv, e l’indipendente (originariamente Idv) Martina Monti. Al loro posto si stanno disperatamente cercando due donne di massimo 45 anni, possibilmente ex Dc, possibilmente (ma non obbligatoriamente) con qualche conoscenza delle materie in ballo per distribuire un po’ a caso le deleghe rimaste vacanti (si parla di Caterina Graziani per coprire la quota di Cl). Non viene ovviamente sfiorato da questo bailamme il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, in realtà un precursore da sempre del governissimo, memore di quell’epoca d’oro del pentapartito oggi tornata così in auge sotto altre spoglie.
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