«Sono formalmente a porvi l’invito ad un incontro per affrontare e trovare, entro Pasqua, un concreto approdo alla annosa e nota questione del biglietto unico per l’ingresso ai nostri prestigiosi monumenti». Era l’8 gennaio scorso e questo era un passaggio della lettera aperta inviata dal sindaco Fabrizio Matteucci a curia e soprintendenza. Siamo arrivati a Pasquetta e di biglietto unico non c’è traccia. Nemmeno di biglietto utile, variante comparsa in corsa. La curia non ne vuole sapere di uno o dell’altro. Si dirà che forse negli ultimi due mesi la curia ha avuto altro cui pensare. O forse proprio per questo era il momento buono per spingere, con cinico realismo politico, e strappare il consenso per una mossa mediaticamente di grande impatto e di grande consenso. Un po’ lo stesso impatto mediatico, ma al contrario, avuto dalla notizia di Pasqua: un flautista tedesco, con esibizioni in prestigiose orchestre europee, multato dalla polizia municipale perché stava suonando in piazza senza permessi. Un regolamento prevede che succeda questo, certo. Ma tutti i regolamenti sono applicati così rigidamente? E questo in oggetto ha davvero una logica? Siamo sicuri che l’applicazione rigida dei regolamenti faccia bene al turismo e all’immagine europea della città?
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