Va detto che non sono state precisamente un trionfo, in termini di affluenza (7 percento, 792 votanti). Soprattutto rispetto all’ultima tornata di alcuni anni fa (circa 20 percento) in cui però c’erano più soldi a disposizione per diffondere l’informazione capillarmente e molti più candidati. In ogni caso, per la terza volta di fila, come era prevedibile, alle elezioni per i consiglieri aggiunti è stato eletto anche un africano. Cioè un nero, per citare la ministra Cecile Kyenge. E lasciatecelo dire, a prescindere dal valore che ogni eletto possa apportare in termini di proposte, la loro solo presenza in municipio, la casa comune di tutti, è un bel vedere. Un segnale importante, di inclusione. Anche solo per la foto di gruppo con gli altri consiglieri comunali. Una scelta fatta dal Comune, che non era tenuto per legge a fare una cosa simile. Ci piace pensare che se in tutti i comuni (e non solo nei comuni) in questi ultimi dieci o quindici anni ci fossimo abituati a vedere anche persone africane o di origini africane e di qualunque altra provenienza, forse adesso non dovremmo assistere all’avvilente spettacolo che troppe persone ci hanno riservato con i commenti successivi alla nomina del neo ministro per l’Integrazione.
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