Il 29 settembre del 1965 la piattaforma estrattiva Paguro al largo di Marina crollò dopo l’incendio scoppiato il giorno prima per un incidente nei lavori di perforazione. Morirono tre persone (su 38 a bordo) e sul fondale a trenta metri di profondità si ammassò un gigante di rottami. Non si fece il recupero (anche) perché la coscienza ambientalista cinquant’anni fa non era proprio così spiccata (succedesse oggi lasceremmo tutto laggiù?). E a un certo punto si accorsero che la natura si era arrangiata da sola trasformando i rottami in un’oasi altrimenti impossibile da vedere nell’Adriatico. In cinquant’anni si contano circa 63mila immersioni di sub per ammirare lo spettacolo. Gli eventi, a volte, hanno sviluppi inattesi.
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