«Non ci sono ragioni economiche così forti e dominanti per sacrificare la festa della Liberazione e del Primo Maggio». Tuonano, i sindacati, contro le probabili aperture dei negozi nei giorni di festa. Un po’ come il vescovo che santifica la domenica. E allora ok, presentiamoci ai turisti con le vetrine chiuse, ma chiudiamo anche bar e ristoranti, evitiamo di andare a festeggiare a tavola. Anche voi, però, sindacalisti. Non vogliamo vedervi a prendere neppure un caffé in un bar, in quei giorni. D’altronde saranno tutti chiusi, perché lo avete detto chiaramente ai lavoratori: «dovete dire che non siete disponibili». E allora andiamo tutti a festeggiare la festa ai giardini pubblici, portandoci un panino da casa…
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