Anche per la spazzatura serve equità. Capita che uno mosso da coscienza civile e da sensibilità ambientale tutti i giorni divida diligentemente i rifiuti che produce: plastica da una parte, vetro (magari ripulito da residui e olio) dall’altra, metalli da una parte e carta dall’altra, i resti organici per fare il compost da una parte e tutto il resto (sempre meno) nell’indifferenziata. Poi porta tutto, ogni cosa al suo posto, nelle isole ecologiche. Un impegno non sempre agevole e piacevole ma ne vale pena.
Davvero? Il dubbio ti viene, in particolare, se scopri che il tuo vicino, famiglia più o meno come la tua, casa grande più o meno come la tua, butta tutto in un enorme sacchetto ” condominiale” e schiaffa tutta nel cassonetto della spazzatura tal quale. E paga un importo più o meno come te nella bolletta all’Hera…
Ebbene, in occasione del nostra recente iniziativa pubblica di confronto sul tema dei rifiuti e della relativa tassazione, abbiamo scoperto che la filosofia di fondo che accomuna l’interesse dell’ente pubblico e dell’azienda che si occupa di questi servizi (Hera appunto) è: “chi più inquina, più paga”. Principio sacrosanto! Inoltre, sappiamo che il prossimo piano regionale dei rifiuti punta entro il 2020 ad una raccolta differenziata attorno al 70% (oggi in provincia di Ravenna siamo sul 60%). Per fare questo però bisogna incentivare da una parte e disincentivare dall’altra. Per applicare ai cittadini una tariffa “puntuale”. Gli strumenti previsti: la raccolta “porta a porta” (con cui si può contare i sacchetti suddivisi per tipologia di rifiuti) oppure – questa la novità rivelata – il cassonetto “intelligente” (che tramite una “chiave personalizzata” identifica chi butta cosa).
Finalmente si potrà premiare il virtuoso e fare pagare un caro prezzo al cafone… Fate presto però amministratori pubblic e manager Hera a mettervi d’accordo, che la pazienza di differenziare logora chi ce l’ha.
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