E dire che qui è bastato molto meno per convincere la giunta a correggere il tiro sul regolamento comunale e, su pressioni di Sel e dei sindacati, il divieto di “opinioni che danneggiavano l’ente” sui social è stato ristretto a “opionioni offensive”. C’era sembrato di capire che nemmeno ai grillini quel regolamento fosse piaciuto, ma evidentemente ci sbagliavamo. Devono averlo invece ritenuto troppo morbido. Nella vicina Parma, infatti, il primo cittadino grillino ha addirittura fatto approvare un documento in cui, scrive l’Ansa, «si vieta la critica per non arrecare un danno di immagine, nemmeno quando si parla con gli amici fuori dall’orario di lavoro, in più c’è l’obbligo di non commentare sui social network l’attività amministrativa. Con la stampa i dipendenti non possono tenere in alcun modo rapporti diretti e rilasciare interviste e dichiarazioni». Eh già, se non lo sa un grillino in effetti quanto la rete può dare una mano al dissenso. Certo, mettiamoci l’animo in pace in quanto a cosucce come trasparenza, democrazia, libertà di parola e di pensiero. E sapete cosa ha detto Pizzarotti intervistato? «Nessuno guarda alle tante cose buone introdotte con il regolamento in fatto di anticorruzione». Già, sindaco, è la stampa, è fatta un po’ così, di solito cerca di mettere in evidenza i problemi e i punti critici più che fare elogi (o almeno questo dovrebbe fare). Lei ha fatto proprio bene a vietare ai suoi dipendenti di parlarci…
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