Pensatela come volete, ma quello di Paolo Guerra non è un atto scontato. E non parliamo delle dimissioni dalla Lega Nord su cui appunto si possono avere opinioni opposte, ma della sua scelta di dimettersi, contemporaneamente, anche dal consiglio comunale, evitando così che la Lega Nord restasse senza rappresentanti. E senza scomodare senatori come Razzi o le più recenti vicende verdiniane, basti pensare che qualche anno anno fa, quando il collega di Guerra a Palazzo Merlato, Roberto Ravaioli, lasciò la Lega Nord, non solo non se ne andò dal consiglio, ma è andato a ingrossare (si trova tuttora tra i repubblicani) le fila della maggioranza pur essendo eletto in quelle dell’opposizione: la differenza non è solo formale, ma anche sostanziale.
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