Tra una fetta di panettone e un bicchiere di prosecco ci è parso di capire che anche gli ultimi comunisti ravennati, quelli che neanche due anni fa ci spiegavano come non si potesse votare un partito con un nome sul simbolo, che falce e martello stavano a rappresentare il lavoro ed erano quindi immagini nobili, alla fine, a febbraio, voteranno per Ingroia. Non solo, essendo emiliani-romagnoli, potrebbero trovarsi a votare per il grillino dissidente Giovanni Favia, consigliere regionale espulso da Beppe Grillo. Ma attenzione, che Favia non è stato espulso per essersi improvvisamente scoperto di fede comunista, no no, solo per questioni di democrazia interna al movimento. Perché lui, Favia, da vero bravo grillino, da anni va dicendo che destra e sinistra a lui non interessano e sono distinzioni superate dalla storia. Ecco, per gente per cui nemmeno falce e martello erano state superate dalla storia, ci sembra davvero un triplo salto mortale. Roba da uscirne con le ossa rotte, metaforicamente parlando, comunque vada il voto. Travolti, più che superati, dalla storia.
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