Quando uno parte da trenta punti di distacco e corre contro un avversario al 48,5 percento dei voti, si può anche capire che la spari grossa. Però, la sparata di Verlicchi non è solo grossa, è anche un po’ (molto) insidiosa. Annunciare di rinunciare a tutti i compensi come sindaco e come assessori (oltreché come consiglieri) può far pensare che i ruoli di primo cittadino e suoi collaboratori siano una specie di hobby (tra l’altro è noto come si tratti di stipendi che non hanno nulla di esoso se paragonati, per dire, a quelli dei consiglieri regionali). Ora, l’hobby non segue mai per definizione criteri meritocratici, perché l’hobby è un lusso. Oppure roba da pensionati. E così i lughesi, nel primo storico ballottaggio della loro vita, si trovano a scegliere tra un ragazzo di 28 anni che ha lavorato solo nel e per il partito e un pensionato che può permettersi di sbattere in faccia al mondo una condizione a cui probabilmente il suo avversario (come gran parte degli under 45) non arriverà mai. Eppure, qualcosa nel mezzo dovrà pur esserci, anche a Lugo.
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