giovedì
18 Settembre 2025
Rubrica Il Bombolone

Il sonno della politica genera mostri

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Il settore dell’edilizia e il mondo immobiliare, stremato dalla crisi, è una pentola a pressione che rischia di scoppiare. Si è impantanato nelle sabbie mobili delle normative applicate “in punta di virgola“ dalla burocrazia comunale. Un clima di esasperazione e impotenza, testimoniata e documentata da vari attori del settore – geometri, ingegneri, architetti, agenti immobiliari e imprenditori pronti a investire – che entrati nel tunnel delle scartoffie non vedono quasi mai la luce, e i loro progetti e le loro pratiche bloccate o cincischiate per mesi e mesi, se non anni.
Se il tempo della speculazione del mattone è finito, la nebbia normativa ora offusca anche l’orizzonte dell’architettura e dell’edilizia rispettosa, magari virtuosa e innovativa. Tutto fermo, o quasi. Una paralisi che non giova per nulla all’indispensabile rilancio dell’economia locale. C’è anche chi pensa (o ha già avanzato) azioni legali contro l’amministrazione, con le emergenze che si spostano da un ginepraio all’altro, fino a quello della giustizia amministrativa.
Dopo aver “dormito” per anni – generando un incubo come l’attuale regolamento edilizio di 750 pagine (il Rue) di ardua interpretazione anche per i funzionari che lo devono applicare – la politica (il governo della città) si è risvegliata, mettendo in moto commissioni ed esperti che dovrebbero semplificare questo insensato mastodonte e velocizzare le istanze progettuali.
Ma il tempo è agli sgoccioli, e non può essere una variabile indipendente. O si modifica, armonizzando a monte, il groviglio di leggi e regolamenti, o si applica, a valle, un’interpretazione normativa indirizzata al buon senso e alla pragmaticità.
Subito.
Oppure scoppia la pentola e, in tema di edilizia, resteranno solo ruderi e macerie, compresi migliaia di fogli e di ore lavoro buttati al vento.

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