Per molti filoPd, qualche giorno fa, è stata l’ennesima occasione per farsi beffe dei consiglieri regionali grillini: a quanto pare proprio loro, che da anni lo chiedono, non avrebbero aprofittato della “finestra” che si chiudeva il 15 gennaio per chiedere la restituzione di quanto versato e rinunciare cosìal vitalizio. Ma se loro alla fine, con un po’ di ritardo, la rinuncia l’hanno fatta spiegando di non essere stati informati per tempo, c’è chi informato lo era e ha deciso di non farlo proprio. Tra questi i consiglieri ravennati, il Pdl Bazzoni e i Pd Fiammenghi e Mazzotti. E dire che sulla quindicina che ha aderito in regione i Pd sono tanti. Ma loro, i ravennati, non ci sono. Perché, abbiamo chiesto? Ragioni personali e soggettive, non politiche. Certo, per chi come Mazzotti e Fiammenghi è già al secondo mandato, intanto c’è la certezza di un vitalizio pari a circa un terzo della generosa indennità che prendono ora a partire dal sessantesimo anno di età (una meta non lontanissima alla fine del mandato, visto che sono entrambi del ’57). E così, nel giro di qualche anno sarà restituito loro quanto versato, dopodiché saranno le casse regionali a garantire il vitalizio, come già fanno e faranno con tanti ex della regione che al momento costano oltre 4 milioni l’anno alle finanze pubbliche. Ecco allora che le ragioni dei nostri sono chiarissime: non hanno rinunciato, perché conviene. Però tranquilli, voi che ce l’avete con i costi della politica, saranno gli ultimi. Anche Fiammenghi e Mazzotti hanno votato per l’abolizione del vitalizio per tutti. A partire dai prossimi che arriveranno, però.
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