Certo che ha fatto impressione la notizia di due indagati per l’incendio della pineta della Bassona. Improvvisamente ci troviamo di fronte all’eventualità di vedere incarnate le cause dello scempio che ha devastato una delle più belle aree verdi della nostra terra. Naturalmente si tratta solo di un atto giudiziario formale, più che di indizi di “sospetti”, tutti da verificare, e i due capannisti chiamati in causa potrebbero legittimamente avvalersi della facoltà di non rispondere. Insomma l’inchiesta potrebbe anche ritornare in alto mare, la pista rivelarsi senza sbocco come la gran parte delle indagini sugli incendi dolosi. In certi casi si tratta atti criminali perpetrati in nome dell’avidità o della speculazione. Moventi aberranti ma in qualche modo comprensibili. Ma immaginare che qualcuno abbia fatto strage di 65 ettari di bosco, distruggendo un prezioso bene comune, solo per vendetta nei confronti dell’inflessibile opera di tutela della pineta da parte dei Forestali (multe ai naturisti, abbattimento dei capanni abusivi…) è come un faccia a faccia con il volto peggiore dell’uomo. Una mostruosa smorfia di stupidità.
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