C’è voluto il licenziamento via fax per smuovere un po’ (finalmente) le coscienze e far sì che il boicottaggio dell’Omsa diventasse una vera campagna e non più una roba esoterica per poche adepte come lo era stato nell’ultimo anno e mezzo. Meglio tardi che mai. Non che questo potrà spostare di un millimetro le politiche industriali di Golden Lady, però chissà, almeno potrebbe servire da monito alle altre aziende. Potrebbe essere un’enorme esercitazione di gruppo del cosiddetto consumo critico, di come davvero, come suggerisce qualche economista, si possa e si debba imparare a votare anche con il portafoglio, premiando le aziende che non solo producono un bene ma distribuiscono benessere alle persone. Un sogno che potrebbe dare un senso anche alla lotta di tante lavoratrici Omsa di Faenza, che invece da due anni stanno vivendo l’incubo di vedere delocalizzare la loro fabbrica non per crisi, ma per fame di utili.
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