Nella giornata dedicata alle donne, che negli anni a Ravenna per alcuni è diventata l’unica occasione per feste multietniche e di incontro tra donne di diverse provenienze, provoca un certo qual sollievo la sentenza del giudice che ha assolto Marisa Iannucci, presidente dell’associazione Life, dall’accusa di diffamazione ai danni del Centro di cultura e studi islamici della Romagna (Ccsir). Venne querelata dopo che a dicembre 2012 aveva denunciato presunte irregolarità e pericoli di scarsa trasparenza nel gruppo che gestisce la moschea di Ravenna. La Life da anni lavora sul territorio proprio sul tema dell’integrazione, promuove un “femminismo musulmano”, ha aperto le proprie porte al dialogo con altri, si è confrontata sul territorio e ha dato voce, con coraggio, a un malessere presente nella comunità musulmana ed è stata peraltro negli anni vittima di attacchi vandalici nella propria sede. Ecco, forse oggi l’augurio un po’ stantio e retorico che tutto l’anno sia l’8 marzo potrebbe andare in particolare proprio a loro, e suonare un po’ meno stantio e retorico.
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