Un sorta di potere intrinseco che l’autorità decide di esercitare nel tentativo di ottenere determinate scelte da un’altra persona ritenendo che quelle siano le più adatte nell’ottica con cui ci si immagina il proprio mondo ideale. Questo è la moral suasion. Soprattutto in campo politico è la leggittima opportunità che un amministratore ha per indirizzare le cose perché è stato eletto per amministrare una comunità. E una volta funzionava. Perché quando si metteva in moto l’autorità era difficile poi avere la faccia di opporsi. Nell’ultima settimana a Ravenna è successo il contrario in due casi. Il direttivo della moschea ha rifiutato la mediazione del sindaco per sanare le fratture interne e l’animalista Davide Battistini non ci ha pensato nemmeno un attimo a interrompere lo sciopero della fame come lo aveva invitato a fare l’assessore Giovanna Piaia. E la risposta di Battistini è emblematica: «Non mi fido più delle promesse dei politici». Ecco, magari la moral suasion di Matteucci e Piaia non ha sortito effetti perché anche loro pagano il clima di sfiducia generale attorno a chiunque abbia un incarico?
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