Diciamolo: comunque la si pensi, che si sia pro o contro movida in centro, la vicenda dei Gingini è qualcosa di talmente triste da risultare addirittura divertente. Una situazione paradossale che ben rappresenta la società italiana e la sua contorta burocrazia. Basta fare un riassunto per rendersene conto: in gennaio apre questa nuova discoteca del centro di Ravenna con tanto di inaugurazione col vicesindaco e in generale la benedizione dall’Amministrazione che vede di buon occhio un locale del genere in città. I Gingini vi faranno ballare in centro, si leggeva (e si legge ancora) su internet, dalle 22 fino alle 4 di notte. Tutti felici. Poi alcuni residenti si lamentano e arrivano i carabinieri a fare i controlli, scoprendo che in realtà non c’è la licenza da discoteca. Che si possono fare solo “audizioni musicali” senza ballo, tra l’altro fino alle 3 solo grazie a una proroga alla mezzanotte che il Comune ha concesso non si sa bene per quale motivo. Potremmo discutere sul fatto che nel 2013 si parli ancora di “audizioni musicali” ma, insomma, vi rendete conto? Ne segue una patetica smentita di amministratori e gestori: “ma no, non è che proprio si ballava, si ascoltava musica, qualcuno ha visto ballare? Mica è una discoteca, è un disco-bar, anzi chiamiamolo luogo di ritrovo con musica, ecco, che è meglio”. Forse meglio è invece stendere un velo pietoso e non parlarne più, per la reputazione della nostra città. Che già abbiamo il nostro bel daffare con le feste danzanti in spiaggia, per capire quando è lecito ballare o quando si può solo ascoltare musica, magari muovendo il piedino.
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