Caro Santiago,
io avevo capito tutto prima di tutti e sono rimasto zitto solo per non sputtanarti ma adesso non posso più tacere. Nel 2010 venni a trovarti a Zurigo e tu mi parlasti delle tue idee per il ponte da realizzare in darsena per collegare il centro con l’acqua. Però non mi avevi convinto del tutto: quando mi parlasti di un ponte in oro zecchino tutto tempestato di pietre preziose mi vennero i dubbi. E così mi sono informato un po’ su di te. E ho scoperto che eri un patacca. Adesso se sono accorti anche altri e ho letto sui giornali ieri che i magistrati della Corte dei Conti del Veneto ti hanno notificato la citazione in giudizio per 3,8 milioni di euro di danni dovuti all’Erario per le pecche e i «macroscopici errori» nella progettazione del ponte di Venezia sul Canal Grande, quello tanto figo costato oltre 11 milioni invece dei sette previsti. Noi con una decina di milioni ci abbiamo fatto un ponte mobile immobile: allora chi è il più figo, eh? Ecco ora hai capito perché non ti ho più telefonato: non volevo tu danneggiassi le casse dell’Erario anche da Ravenna. E sappi che ci sono rimasto molto male quando hai fatto avere quella lettera a quel Moldenke.
Mai stato tuo,
Fabrizio
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