Mettetevi nei panni di un albergatore di Lido di Savio e diteci come si fa a non capirlo se vuole staccarsi da Ravenna, dove hanno imposto ai suoi ospiti la tassa di soggiorno, per andare sotto Cervia, dove la tassa non c’è. Dategli torto se vuole andare in un Comune in cui la sua categoria conta cento volte di più di quanto conti qui. Poi leggete l’intervista che oggi l’assessore al turismo di Cervia Michele De Pascale rilascia al Carlino e provate, se riuscite, a dar torto anche a lui quando dice che la tassa “a macchia di leopardo” è un errore. Ok, ma un errore di chi? Del Pd di Ravenna che l’ha messa o di quello cervese che non l’ha messa? Del governo, cerca di spiegare lui. Ma suvvia, non ci sarà sempre bisogno del Ministero, no? Perché la domanda sorge spontanea: se la tassa è facoltativa e la macchia di leopardo non è un bene, non potevate mettervi d’accordo, tra Ravenna e Cervia, che siete nella stessa provincia, sotto la stessa federazione provinciale del Pd, con due assessori al turismo su due dello stesso partito e peraltro entrambi cervesi?
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