domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Il Bombolone

La messa è finita

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E la chiesa ravennate non sembra messa benissimo. Recentemente si sono incrociate diverse ricorrenze. Un anno di pontificato di Papa Francesco. Quel 13 marzo che rievoca la strage della Mecnavi e la veemente omelia che l’allora vescovo Ersilio Tonini pronunciò contro gli sfruttatori dei lavoratori conquistando la stima e la vicinanza di tutta la città. Alcuni episodi poco edificanti che hanno coinvolto parroci locali e spinto l’attuale vescovo Ghizzoni a imporre un’algida disciplina ai suoi sacerdoti.
Però se a Roma c’è un Papa che invita i vescovi e i preti ad avere l’odore delle pecore a Ravenna invece c’è un Pastore che vieta ai preti i baci e gli abbracci con il proprio gregge. Chi dei due avrà ragione? La chiesa di Papa Francesco che diventa più madre o quella del vescovo Ghizzoni che diventa più formale? Mentre i preti ravennati finiscono nel canale con il proprio Suv per aver bevuto troppo, finiscono tra le braccia della carne, o vengono scacciati dai fedeli dalle proprie parrocchie, il vescovo di Ravenna pensa di dare una soluzione tracciando la strada di una chiesa senza emozioni, senza dialogo, di una chiesa “plastificata”. Poi ci si domanda: chissà perché le parrocchie si svuotano e i ravennati diventano sempre meno cattolici? La città continua a ricordare la figura del cardinal Tonini, i suoi abbracci e il suo affetto. Possibile che basti un successore per cancellarne lo spirito?
E comunque, adesso chi glielo dice a Papa Francesco che tutti quei baci e quegli abbracci con cui dimostra empatia e simpatia ai fedeli sono stati messi “fuori legge“ dal vescovo di Ravenna?

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