Non basta metterla da parte e poi portarla alla campana. La plastica non è come la carta e il vetro, al cittadino non basta raccoglierla facendo la differenziata per evitare che finisca nell’inceneritore. Lo dicono i dati ufficiali, dalle nostre parti il 15 percento della plastica differenziata è irrecuperabile fin da subito, ma di quell’85 percento che val consorzio Conapi solo la metà viene recuperata davvero, cioè viene trasformata come si vede nella pubblicità dove una bottiglia diventa un cestino. Il resto, va smaltita e recuperata come energia, cioè, viene bruciata. È che la plastica è un materiale fatto così, complicato, dicono. E quindi, a Ravenna come fuori Ravenna dobbiamo rassegnarci all’unica soluzione: la plastica bisogna non usarla e basta. Imparare a riutilizzare, a bere acqua del rubinetto (magari senza che dentro ci finisca quella del Reno), a fare acquisti premiando chi riduce gli imballaggi. Togliere la materia prima alle discariche e agli inceneritori, questo l’obiettivo. Sperando che poi magari non ne arrivi da San Marino…
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