È iniziata la scuola e davanti alle elementari ravennati è uno spettacolo di bambini dai sei agli undici anni nei loro grembiulini. A quadretti azzurri per i maschi, immacolati e bianchissimi con i fiocchi colorati per le femmine. Roba che se un ravennate passa davanti a una scuola lughese o della Bassa alla stessa ora rischia di pensare che siano scuole solo maschili. Perché lì da anni ormai maschi e femmine sono vestititi uguali, a quadretti. Una scelta frutto ovviamente di una concezione paritaria dei generi figlia di battaglie ormai passate che evidentemente non hanno lambito la città di Ravenna, ma anche dotata di buon senso pratico. Chi mai vestirebbe di bianco un bambino di sei (ma anche di dieci) anni per andare in un posto in cui ci si augura che faccia mille cose, dall’usare colori di ogni tipo al correre in cortile a ricreazione, al gustarsi la merenda con gli amici, al fare i collage o i laboratori con la creta? Perché è così che auguriamo a tutti il prossimo anno di scuola: un anno pieno di cose da imparare e da fare e con un po’ di tempo anche per giocare.
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