Non è che non ce l’aspettassimo, ma certo non eravamo pronti a una simile valanga di odio e incitamento all’odio e becero razzismo (in particolare sulla nostra pagina Facebook). Di rom si parla tanto in questi giorni, spesso a proposito, noi abbiamo cercato di raccontare due storie viste anche dalla loro parte o da chi con loro lavora e si confronta. Tante altre volte avevamo ascoltato il disagio di residenti per la presenza di rom accampati in luoghi ritenuti non idonei. Che esista un problema è evidente a tutti. Restiamo convinti che per trovare soluzioni serva ascoltare la voce di tutti. Ora, il nostro lavoro non è quello di trovare soluzioni, ma quello di ascoltare le voci sì. Viviamo in uno stato di diritto, anche se leggendo certi commenti sembra che non tutti ne siano consapevoli. Uno stato che prevede diritti e doveri per tutti e che stabilisce alcuni principi cardine, per esempio la protezione dei minori, per esempio che l’istigazione all’odio razziale sia un reato. Poi certo, resta più semplice la caccia al capro espiatorio, possibilmente debole, possibilmente “diverso”, possibilmente muto.
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