Allora, buon Primo maggio. Soprattutto a chi è un lavoratore, ma il lavoro non ce l’ha. E poi, fatecelo fare, buon primo maggio a quei lavoratori che hanno disobbedito alle indicazioni ottocentesche dei sindacati e che oggi lavorano. Lavorano perché non hanno scelta o per scelta. Lavorano perché sono associati in partecipazione, perché sono a chiamata e non aspettavano altro che quella per poter lavorare, perché sono interinali con il contratto in scadenza e incrociano le dita di vederselo rinnovare o perché hanno una piccola attività e la giornata di festa può dare una boccata d’ossigeno, con tutti gli altri lavoratori a passeggio o a visitare la città. Del resto, mica verrebbe in mente di chiedere a un ristoratore di non lavorare oggi, no? Anche i sindacalisti andranno al ristorante, oggi, ci scommettiamo. Guai a fare shopping, però…
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