Nel mondo dell’economia reale e trasparente quella dei veri (e non falsi) bilanci d’impresa che stanno crollando, e dei veri (non taroccati o pourparler) contratti di lavoro, fra disoccupazione e precariato, c’è di mezzo il tanto blaterato “cuneo fiscale” sul costo del lavoro: una voragine che si è allargata negli anni inghiottendo aziende e lavoratori.
Da noi in Romagna diremmo che è una “bietta“: una leva inesorabile che sta spaccando i compensi di chi lavora e i bilanci delle piccole imprese, facendo collassare il rapporto fra domanda e offerta d’impiego.
La questione ormai è evidente e improrogabile: ripensare e riformare il sistema dei diritti e dei doveri, bandire i privilegi, ricostruire un equilibrio sociale fra chi crea lavoro e chi cerca lavoro, e un nuovo patto generazionale. Invece, la politica e il sindacato, insediati fuori dal mondo, scrutano col telescopio l’orizzonte astrale delle “stelle fisse”, cercando l’illuminazione ma rilevando solo “buchi neri”. Mentre in questo mondo la lotta di classe e la rincorsa al massimo profitto sono diventate ormai lotta e rincorsa… per la sopravvivenza.
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