Quest’anno chi avrà i requisiti e vorrà ricevere un aiuto dal comune del fondo per i lavoratori “colpiti dalla crisi” dovrà fare volontariato per il Comune in un progetto che di fatto serve a mettere a disposizione alle associazioni di volontariato un aiuto, volontari “senza tessere”. È una buona idea? Sì, si potrebbe dire. La città ti dà un piccolo aiuto in un momento di difficoltà e tu metti a disposizione un po’ di tempo e competenze. Non solo, fare volontariato serve anche per costruire relazioni, sentirsi meno solo nel momento di difficoltà. Però. Però insomma, il volontariato non dovrebbe essere una libera scelta, volontaria, appunto, ripagata da soddisfazione e appagamento personale? Perché quella cosa lì, tempo e competenze in cambio di denaro, assomiglia molto a una possibile definizione di quel bene ancora regolato (più o meno) da leggi e statuti che prevedono doveri e diritti. Quella cosa chiamata lavoro. E allora, cosa pensarne? Dateci una mano cari lettori, che noi qui non abbiamo le idee chiarissime sull’argomento.
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