In fondo non è sempre vero che le cose stanno così e non ci si può fare niente. Prendete il caso del carcere di Ravenna. Disumano, a detta di tutti, come la maggior parte di quelli italiani. Il problema è soprattutto di carattere strutturale e quindi difficilmente risolvibile. Ma se in passato nessuno neppure tentava perlomeno di migliorare le condizioni di vita dei detenuti, ora tutto è cambiato. E forse il merito non sarà tutto suo, ma buona parte sì. Suo di Carmela De Lorenzo, la nuova direttrice, che ci ha giustamente messo la faccia anche in quest’ultimo progetto, quello sperimentale dell’inserimento di alcuni detenuti in lavori socialmente utili, in questo caso pulendo la pineta. E in passato ci sono stati incontri con i figli, spettacoli, laboratori, babbo Natale in carcere. La struttura, insomma, è quella che è, ma ogni tanto è quasi consolante scoprire che le persone fanno ancora la differenza.
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