No, per esempio, prendete Ravenna: segretario provinciale, segretario comunale, sindaco, tre assessori comunali su quattro, presidente di Ravenna Holding, presidente di Ravenna Farmacie, presidente di Sapir, presidente della Provincia, vicepresidente della provincia. Ma anche i sindaci di Cervia, Lugo, Faenza, tanto per citare i comuni maggiori, con l’unica eccezione Bagnacavallo. E più su abbiamo anche il presidente della Regione e i due consiglieri regionali ravennati. In parlamento, su tre eletti, siamo riusciti a mandare anche una campionessa olimpionica, insieme a due uomini del territorio. E in effetti ci sono donne a capo delle aziende per i servizi sociali e le case popolari. Ma sì, in fondo è giusto così. Il Pd sa perfettamente autoregolarsi con le quote rosa. Al Pd una legge non serve. Certo, non è ben chiaro perché allora presentarla per poi affossarla, in Parlamento. Ma questa è una faccenda in cui la questione femminile, o maschile che dir si voglia, chiaramente non c’entra nulla…
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