Che fare dei fondi pubblici per l’informazione? Se ne è discusso recentemente alla festa del nostro giornale. Un tema affrontato anche dall’editorialista di “Repubblica” Giovanni Valentini per biasimare «la guerra di Grillo contro i giornalisti» che con l’M5S vuole abolire ogni forma di finanziamento pubblico all’editoria. Per il giornalista del Gruppo l’Espresso è pura demagogia, visto che gran parte di queste risorse riguardano prevalentemente i giornali di partito e quindi un ulteriore prebenda al sistema politico: circa il 10% dell’informazione diffusa nel Paese.
Il resto – secondo Valentini – sarebbe indipendente sia sul piano giornalistico che su quello economico. Il che conferma che se la legge è stata utilizzata da molti beneficiari per fare propaganda gratis o arricchirsi, resta il problema sottolineato invece da Luca Bottura (nel dibattito di venerdì scorso organizzato dalla nostra testata all’Almagià): l’estinzione dei finanziamenti pubblici lascerebbe il sistema dei media in mano ai poteri forti dell’economia (editoria?) italiana (Berlusconi, De Benedetti, Gruppo Rizzoli-CdS, Caltagirone, Cairo…) interessati a ben altro che al pluralismo e all’indipendenza dei giornalisti.
Un’interpretazione “autentica” della legge che però in questi anni è stata sfruttata da burocrati, truffatori e ignavi. Chi si è levato fra gli editori onesti, per tutelare la propria reputazione e la giusta causa della legge, a denunciare abusi e media culturalmente e amministrativamente falsi?
Quando c’è grasso che cola però tutto va bene.
Anche sul piano locale gran parte dei quotidiani e periodici ha goduto per anni di proventi pubblici: (“Corriere di Ravenna”, “La Voce”, “Qui”, “Sette Sere”, “La Piazza Avvenimenti”, “Risveglio Duemila”): fino al 2010 sono stati erogati annualmente e complessivamente a queste testate soldi pubblici per 5 milioni di euro. Ma chi era veramente meritevole di questo sostegno? Chi ha verificato la conformità societaria, i bilanci aziendali, la diffusione reale, i contratti di lavoro, lo spirito d’iniziativa, l’autorevolezza e l’etica professionale?
Vattelapesca.
Il plafond della legge per il 2012 è, a livello nazionale, di 120 milioni di euro ma non c’è certezza e i contributi si stanno notevolmente assottigliando. Nel 2013 è prevista un’ulteriore stretta dei parametri di accesso ai finanziamenti. E forse, se M5S prevarrà, si profila l’abolizione totale dei fondi.
Già ora però si rischia gravemente di “buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Auguri e forza ai “bambini” che sopravviveranno, ne abbiamo bisogno per immaginare un futuro dell’informazione più giusto e intraprendente. Un auspicio da chi, come noi di Ravenna&Dintorni, continua a resistere senza aver mai goduto di un euro di soldi pubblici.
Condividi