Che il vescovo sponsorizzi la scelta della religione cattolica a scuola non è di per sé un sorpresa. Che sostenga «questo insegnamento ha la stessa dignità delle altre discipline e dovrebbe essere trattato come quelle» è già invece un po’ più sorprendente se si pensa che le differenze ci sono e sostanziali. Per esempio gli insegnanti sono “specialisti scelti dal vescovo stesso” e continuano ogni anno a crescere di numero, cose che non capitano con gli altri docenti. Inoltre, si tratta di una materia facoltativa, di cui le famiglie possono o meno avvalersi. E questo di per sé non può che significare che si tratta di un insegnamento accessorio, di cui magari proprio per questo non dovrebbe essere lo stato a farsi carico. Ma, dice ancora il vescovo, «serve al dialogo interreligioso per permettere ai cattolici di confrontarsi con le altre religioni con competenza e conoscenze documentate». E allora, perché non garantire tali competenze e tali conoscenze a tutti i credo religiosi? Intanto, non sarebbe male se davvero fosse garantita l’ora alternativa in tutte le scuole della provincia, tutte le settimane, così, esattamente come si garantisce l’ora religione.
Condividi