Nei giorni scorsi un quotidiano locale (va beh, il Carlino) ha pubblicato un “interessantissimo” articolo su un presunto incremento dell’utilizzo della pillola del giorno dopo in occasione della Notte Rosa. Abboccando prevedibilmente all’amo, un consigliere comunale di estrazione cattolica (va beh, Gianfranco Spadoni) ha diffuso un comunicato in cui, in pratica, dà per scontato che la pillola del giorno dopo e la cosiddetta Ru-486 siano la stessa cosa, quando la prima è invece un metodo di contraccezione (seppur d’emergenza) e la seconda un farmaco per l’interruzione volontaria della gravidanza. Capite? Un consigliere comunale. Poi come si fa a pretendere che i politici, soprattutto maschi, possano riuscire a discutere seriamente, se non addirittura legiferare, su un tema complesso come quello dell’aborto?