Ma no, non è un problema di spostamento a destra, a sinistra, sopra o sotto. No, il passaggio di Ravaioli dal Carroccio al Pri è un problema teorico. Ed è per questo che per tutto ieri abbiamo atteso un’unanime condanna bipartisan dei consiglieri. Non tutto ciò che è legittimo è opportuno, no? Ma la condanna non è arrivata. Anzi, questa conversione pare essere stata addirittura benedetta dal Pd.
Ma solo a noi sembra una follia che oggi il Pri si ritrovi con due consiglieri quando avrebbe i voti per uno solo? E la Lega si ritrovi con un consigliere pur avendo preso duemiladuecento voti in più? A questo aggiungete che dei 6207 elettori leghisti ravennati sono stati cinquantatesette a esprimere una preferenza per Ravaioli. La prima esclusa dei repubblicani, la Lameri, per dire, ne ha prese 286, di preferenze, il secondo, Fusignani, 246. Sì, loro sono esclusi, ma non c’è problema, li rappresenta Ravaioli, Mr. 57 preferenze (nella Lega Nord). Uno in malafede potrebbe quasi pensare che sia stato astutissimo. Un po’ come chi supera da destra (in senso stradale, non politico, eh). Ma noi vogliamo invece credere a una sincera conversione al verbo mazziniano del leghista. E il punto è che cambiare idea è ovviamente legittimo. Ma in questi casi esiste una cosa chiamata dimissioni. Poi, se da grande vuoi fare il consigliere repubblicano a Palazzo Merlato ti candidi nelle liste dell’edera e prendi più voti della Lameri, se ne sei capace.
