Pochi giorni fa Cgil, Cisl e Uil hanno invitato i lavoratori a non rendersi disponibili in queste giornate di festa, primo maggio compreso. Perché queste feste, par di capire, vanno un po’ santificate. Oggi, festa dei lavoratori in una provincia che come il resto d’Italia ha una disperata fame di lavoro, ci chiediamo: a chi si rivolgevano? Non certo ai dipendenti che stanno facendo il ponte da sabato, non certo a infermieri, camerieri, vigili urbani, turnisti e agenti di polizia che da sempre sono abituati a lavorare nei giorni di festa (e adeguatamente premiati per questo), ma di sicuro nemmeno a tutti quei giovani a chiamata il cui problema più grosso è che non vengono mai chiamati al lavoro. Né a tutti quei ragazzi che lavorano nel commercio con contratti a termine di varia foggia e natura. No, sicuramente non a loro, perché questo significherebbe che i sindacati non sanno che l’indisponibilità al lavoro nei festivi non ti mette esattamente in pole positiion per il rinnovo del contratto. Ecco, forse si rivolgevano a quei commessi con contratto a tempo indeterminato. Ecco, sì, loro forse possono essersi rifiutati. E aver fatto andare al loro posto qualche precario che invece non poteva dire di no, appunto… In ogni caso, comunque la pensiate e qualsiasi cosa facciate oggi, buon Primo maggio.
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