Ecco qua, tra le eccellenze di Ravenna possiamo mettere oggi anche i muri: non solo le pareti interne ricoperte di mosaici delle basiliche paleocristiane ma anche il lato esterno, tra centro storico e periferia, di edifici contemporanei. Sì, i muri dipinti grazie ai murales dei grandi artisti portati dal festival Subsidenze, e ora anche i muri di Invader che in questa nuova seconda incursione ha convinto perfino il consigliere di opposizione Alberto Ancarani, non proprio un estimatore della street art. Ravenna dunque città dove passeggiare con il naso all’insù a rimirare opere d’arte peraltro gratis (magari proponendo al turista una mappa della street art con itinerari tracciati e info? Magari addirittura online?). Intanto che si sta con il naso all’insù in centro si può pure ammirare le targhe con i nomi delle vie in mosaico, un bellissimo omaggio all’arte che ci rende famosi nel mondo, e anche ripassare un po’ di storia patria. Ah no, per quello è meglio di no che in via Cavour si dà il conte Camillo Benso morto quattro anni dopo: si legge 1865 anziché 1861. Allora meglio limitarsi a guardare le figure.
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