Allora ieri, alla Campaza, si è finalmente sfatato un mito, quello di Bersani uomo “normale”. No, fidatevi, quello non è un uomo normale. Uno che sta affrontando le prime vere primarie di coalizione e soprattutto del partito per scelta, che sta sostenendo con molti “ma” un governo che chiaramente non ama (e che non amano i suoi elettori), che incontra ogni giorno gente che sta perdendo il lavoro e che ogni giorno è seguito da giornalisti che lo interrogano sugli argomenti più disparati, ecco uno che passa la domenica girando come una trottola per la Romagna a incontrare simpatizzanti per chiedere se “possono dare una mano” per le primarie (prima ancora che per la sua candidatura) e lo fa trasmettendo un’aura di flemma e calma, senza spocchia, mentre viene immortalato in improbabili foto ricordo subito dopo essersi appartato un attimo per parlare (sicuramente non di calcio) con il presidente della Regione Emilia Romagna, ecco, tanto normale non è. Se poi a questo aggiungete che parla come parla (alzi la mano ieri chi ha capito quella storia del “gambino del santo”), ecco, forse è il caso di dirlo: Bersani in realtà ha proprio la stoffa del leader. Ai suoi sostenitori allora un consiglio non richiesto, il leader ce l’avete, seguite il suo esempio, non siate solo bersaniani, siate “moderatamente bersaniani”.
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