Comunque la si pensi, queste primarie di capodanno per il Pd saranno un bell’esperimento e un modo un po’ alternativo di animare queste feste sotto la crisi. Grazie anche a chi, come Andrea Maestri, ha il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo e metterci la faccia in aperta sfida ai vertici, facendoci scoprire che c’è vita anche sul pianeta bersaniano. Altro bel segnale è che uno dei due candidati “ufficiali”, il segretario provinciale Alberto Pagani, intanto ha evidentemente imparato la lezione del segretario nazionale: calma e gesso. Ha chiesto e deciso di abbassare il numero di firme necessarie per gli altri candidati e ha addirittura dato la disponibilità a firmare per il concorrente Maestri, nel caso gli servisse. Si potrebbe dire che Pagani appare “moderatamente paganiano”. Del resto, sa che queste primarie volute fortemente da chi chiede un rinnovamento del partito e dei sistemi di selezione della classe dirigente, almeno da queste parti e per questo giro, serviranno soprattutto a dare un mandato popolare, e quindi rendere poi inattaccabili, i bersaniani di ferro che saranno verosimilmente eletti. Un’occasione d’oro per archiviare, almeno per il momento, quell’oltre quaranta percento di voti a Renzi di qualche settimana fa…
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