In principio fu Martina Monti da Lugo. Nel 2011 era una 23enne militante dell’Italia dei valori nella Bassa e Fabrizio Matteucci, appena eletto per il secondo mandato a Palazzo Merlato a Ravenna, la volle nella sua giunta dando due assessorati ai dipietristi (l’altro a Guido Guerrieri). Prima di affidarle l’incarico, dicono i bene informati, tastò il terreno dalle parti di Lugo per misurare il profilo della giovane. Il paradosso fu che l’Idv andò su tutte le furie: Monti non l’avevano indicata loro, era una scelta autonoma di Matteucci e allora non rappresentava più il partito. Via, fuori. Il primo cittadino difese la sua scelta, difese la giovanissima amministratrice dalle critiche per la sua giovane età e la tenne in giunta in veste di indipendente. Nei mesi scorsi, passati quattro anni dalla buriana, Monti ha preso la tessera del Partito democratico. Che era un po’ quello che era capitato con Laimer Armuzzi, recentemente scomparso. Si era dimesso dal suo partito ma non dalla poltrona che aveva avuto nel cda di Ravenna Holding, posto appunto spettante originariamente ai comunisti. Ma il sindaco non l’ha rimosso, lui non si è dimesso e tempo qualche mese si era pure iscritto al Pd. E Valentina Morigi e Giovanna Piaia? Entrambe confermate in giunta dal sindaco nonostante i rispettivi partiti (Sel e Fds) abbiamo tolto il sostegno alla maggioranza. Pronta per loro l’iscrizione al partitone? Chissà, forse è una diabolica tecnica dei democratici per contrastare la crisi di tesseramento…
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